Il giallo di Yara Gambirasio continua a far parlare anche a distanza di anni. L’ultimo episodio che riguarda le intercettazioni dei genitori.
Dopo diversi anni dalla richiesta, la difesa di Massimo Bossetti, il muratore condannato per il caso di Yara Gambirasio, ha ottenuto il via libera per visionare le copie del DNA. Ora, un’altra situazione controversa ha visto il fatto di cronaca tornare a prendersi la scena. In particolare alcune intercettazioni dei genitori della ragazzina in parte rese note nella serie che ricostruisce l’intero caso.

Yara Gambirasio: il caso delle intercettazioni dei genitori
Il triste caso Yara Gambirasio è tornato ai doveri della cronaca ma non per sviluppi legati strettamente alla morte della ragazzina, scomparsa da Brembate di Sopra (Bergamo) il 26 novembre del 2010 e ritrovata senza vita in un campo a Chignolo d’Isola nel febbraio del 2011, bensì per questioni relative alla serie tv ‘Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio’ e alcune intercettazioni dei genitori della 13enne che sono state, in parte, rese pubbliche.
La richiesta dei genitori della vittima e la decisione
Secondo quanto ricostruito dai principali organi di stampa, lo scorso settembre i coniugi Gambirasio, tramite i loro legali, avevano presentato un reclamo all’autorità competente chiedendo che fosse vietata la diffusione degli audio “registrati durante la fase delle indagini e mai utilizzati nel corso del processo” a carico di Massimo Giuseppe Bossetti, l’ex muratore di Mapello condannato in via definitiva all’ergastolo per il delitto, nella docuserie tv ‘Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio’. Nello specifico, tra le registrazioni e i messaggi rientravano anche degli audio registrati nella segreteria telefonica di Yara dalla madre nei giorni immediatamente successivi alla scomparsa della figlia.
A seguito della richiesta dei genitori di Yara, il Garante della Privacy ha multato per 40mila euro la casa di produzione cinematografica per gli audio utilizzati nella docuserie in 5 puntate sull’omicidio della 13enne nonostante questa avesse spiegato nella sua difesa che “le conversazioni inserite all’interno del documentario sono un estratto di qualche secondo di alcune intercettazioni telefoniche e/o ambientali autorizzate dall’autorità giudiziaria e confluite, quantomeno, nel fascicolo del pubblico ministero, ovvero semmai audio delle deposizioni rilasciate in tribunale nel corso del processo a carico di Massimo Bossetti acquisite agli atti”.